L'Ipv6? L'Italia è pronta al nuovo protocollo
Realizzata dal Garr una rete sperimentale
Pensare che internet sia infinito è sbagliato. Così come ha una fine lo spazio web, anche gli indirizzi Ip (gli identificativi dei pc) potrebbero essere vittime del sovraffollamento. Più gente si connette e più indirizzi Ip servono. I "passapaporti" per accedere al web un giorno potrebbero esaurisri. Per questo è nato l'Ipv6, l'Internet Protocoll Versione 6 che va a sostituire quello della versione 4. Il discorso non è semplice: i numeri e le spiegazioni di Vint Cerf, uno dei padri fondatori di Internet ci vengono in aiuto. Per ogni metro quadrato di superficie terrestre, spiega Cerf, ci sono 666 mila miliardi di miliardi di indirizzi Ipv6 unici, ma solo 0,000007 Ipv4.
Inoltre: mentre l'Ipv4 genera indirizzi ad 32 bit, l'Ipv6 può creare indirizzi a 128 bit. Infine: l'Ipv6 gestisce fino a circa 3,4×1038 indirizzi, mentre Ipv4 ne gestisce fino a circa 4 miliardi (4×109).
L'Italia, ed è questa la buona notizia, è già pronta al nuovo protocollo Ipv6 secondo quanto riferisce il Consortium Garr, che gestisce la Rete della Ricerca e dell'Istruzione a livello nazionale.
Il nuovo protocollo coesiste con la precedente versione Ipv4 del protocollo internet. Cosa non da poco: la permanenza del vecchio protocollo eliminerà problemi di aggiornamento per hardware e software.
continua >>> l'articolo pubblicato su Il Messaggero
cheyenne
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