giovedì 24 luglio 2008

L'Associazione ADD interviene sui progetti di Telecom Italia

Telecom Italia e i progetti Anti Digital Divide


L'Associazione Anti Digital Divide interviene nuovamente sui progetti Telecom: molti avranno di che gongolarsi da questo aumento fittizio di copertura ADSL, tranne gli utenti, che un molto presto si renderanno conto di avere una Ducati con il motore di un cinquantino.


Telecom Italia annuncia novità per il progetto anti digital divide, l'associazione Anti Digital Divide, si esprime - ancora una volta - in merito all'iniziativa.
Telecom nell'ormai lontano Agosto 2006 decise di dar vita al "Progetto Anti Digital Divide " per "estendere in maniera capillare la copertura in banda larga", che in realtà coincise con l'installare (anche oggi) i famigerati miniDSLAM.


Ora sul sito del Wholesale, possiamo godere di questa piacevole news.

Per chi volesse, http://www.wholesale-telecomitalia.it/ clickare sul link Iniziative Anti Digital Divide nella sezione News I miniDSLAM, da noi definiti i "MUX di domani", offrono solitamente
connessioni in download massime di 640kb/s che sono ben lontane da ogni bonaria definizione di banda larga, avendo praticamente l'unico vantaggio di mantenere la linea libera quando si naviga in rete.
In linea teorica, l'hardware potrebbe supportare anche molto di più, ma le condizioni generali non permettono di raggiungere limiti più consoni alle attuali esigenze del mercato. Più che parlare di investimento, potremmo considerare questi apparati e la loro installazione come "risparmi sul budget" dal momento che Telecom evita di investire realmente su tutto ciò che concerne l'infrastruttura a monte e a valle della centrale.

continua >>> l'articolo pubblicato sul Network I-Dome

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La rete di prossima generazione: alcuni operatori di settore spiegano a che punto siamo, quali le tecnologie utili e quali servizi renderà possibile
di Netman

Le reti telefoniche nazionali basate sul solo classico doppino in rame sono probabilmente giunte al limite.

Grazie alle tecnologie Adsl il rame è stato sfruttato al meglio nell’ultima decina d’anni, ma comincia a essere un freno per offrire servizi a larghissima banda e poi, non dimentichiamoci che, oltre certi limiti, sul rame scattano effetti di interferenza chiamati diafonia che ostacolano drasticamente le performance.

Un salto di qualità si può allora avere con la disponibilità della fibra fino a casa, o almeno nei pressi della stessa (lasciando il rame solo per poche decine di metri). In questo modo è possibile disporre di banda larghissima garantendo servizi a oggi solo immaginabili e diffusi.Ecco allora che si parla di rete di prossima generazione (in acronimo Ngn, ovvero Next generation network), un termine ampio per descrivere alcune delle principali evoluzioni architettoniche nel campo delle telecomunicazioni e reti di accesso nel corso dei prossimi 5-10 anni. La Ngn è costruita intorno al protocollo Internet, e quindi il termine "all-Ip" a volte è anche utilizzato per descrivere la trasformazione verso Ngn.

Sono molti, nel mondo, i progetti che stanno andando verso questo nuovo scenario, non solo nel Far East o negli Usa, ma anche in Europa citando, per esempio, esperienze nel Regno Unito o nei Paesi Bassi. Anche in Italia Telecom Italia sta muovendo i primi passi verso questo percorso con un progetto pilota intrapreso a Milano. Gli enormi investimenti alla base, però, rendono complesso l’avvio massivo delle nuove architetture, non avendo ancora un quadro chiaro di come i nuovi servizi potrebbero contribuire a un ritorno dell’investimento in tempi accettabili. Potremmo allora trovarci davanti a un nuovo digital divide con un’infrastruttura destinata a pochi? Proviamo a chiedere il parere ad alcuni operatori di mercato, guidando le loro opinioni attraverso qualche domanda chiave.

continua >>> l'articolo di Netman pubblicato su Data Manager

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cheyenne

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