Dal rapporto dell'associazione umanitaria emerge come, nel Belpaese, la pressoché totalità dei bambini gode di buona salute e di un'adeguata istruzione. Spicca il dato sulla mortalità infantile. Nel 2006, il nostro Paese ha registrato uno dei valori più bassi in assoluto, con 4 morti ogni 100 bambini nati. Molto bene anche i tassi di iscrizione alle scuole materna e superiore, che si attestano, rispettivamente, al 104% e al 99 per cento.
All'interno, invece, degli indicatori sulle madri, il nostro Paese si ferma al 19° posto, superato anche da Nuova Zelanda, Islanda e Irlanda. Solo il 39% delle donne italiane usa il contraccettivo. Una percentuale uguale a quella del Botwana e di gran lunga inferiore alle donne svedesi, detentrice dello speciale primato, che ricorrono alla contraccezione nel 72% dei casi. Inoltre, la partecipazione delle donne italiane alla vita politica è pari al 17% e corrisponde a quella di Bolivia, Gabon e Nepal. Ma è, soprattutto, sul fronte delle maggiori differenze di reddito con gli uomini che emergono in pieno differenze e distanze fra l'Italia e i Paesi che hanno guadagnato la testa della classifica, Svezia in primo luogo. Le italiane percepiscono uno stipendio pari al 47% rispetto ai loro colleghi uomini, mentre le donne svedesi hanno un salario di poco inferiore a quello maschile. E sul fronte dei benefici per la maternità, mentre un'italiana percepisce l'80% del suo
stipendio ordinario, una neo mamma svedese può stare tranquillamente a casa a curarsi o ad allattare il proprio figlio, con la sicurezza di poter contare sullo stipendio pieno.
SOWM 05/2008: il rapporto sullo "Stato delle Madri nel Mondo 2008" è scaricabile dal sito di Save the Children [inglese]
Essere madre in Italia resta difficile, molto più che altrove, anche se molto più che altrove si chiede alle donne di compiere il loro dovere e fare figli. I numeri si commentano da soli.... per cortesia ..... evitiamo di chiedere il perchè in Italia, le donne, in moltissimi casi, siano costrette a scegliere tra la famiglia ed il lavoro e/o studio, impegno politico ..... chissà .... qualche ragazza italiana potrebbe perdere la pazienza ed incavolarsi di brutto [eufemismo ...].
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p.s.
La coraggiosa lettera di Sandra a cui è seguito l'appello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano merita una profonda riflessione che non si chiude con la sua personale decisione. Quante donne vivono la stessa tragedia?
cheyenne
cheyenne
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