sabato 12 gennaio 2008

DIFENDIAMO LA NEUTRALITA' DELLA RETE!

Ogni bit nasce uguale e ha lo stesso diritto degli altri di essere portato a destinazione

A mio modesto avviso, contrastare la pirateria informatica non può diventare sinonimo di censura. Questa "lotta" contro la pirateria sta ledendo la libertà della massa.
Questa mini-inchiesta vuole contribuire ad ampliare questo dibattito offrendo ai nostri lettori un piccolo ventaglio delle posizioni espresse dai vari soggetti che ne sono protagonisti - a vario titolo - in Italia, Europa e Stati Uniti.Finalmente qualcosa si muove anche nei palazzi del potere federale USA: l'Organizzazione di Garanzia sulle Telecomunicazioni "(FCC) Federal Communications Commission" si prenderà la briga di indagare negli affari della Comcast, il provider che negli USA è accusato di filtrare il P2P.L’indagine della FCC avrà sicuramente importanti implicazioni nel dibattito sulla neutralità della rete, che infuria in tutto il mondo ma che vede la FCC in particolare al centro di forti polemiche.
I fautori della network neutrality, infatti, credono che gli attuali standard FCC siano totalmente inadeguati a prevenire simili abusi da parte degli Isp, mentre i fornitori del servizio e altri oppositori a nuove leggi in materia sostengono che l’attuale sistema sia sufficiente e che un nuovo intervento legislativo finirebbe per imporre nuovi limiti alle presenti pratiche di gestione del traffico, essenziali per prevenire eccessivi sovraccarichi della rete causati proprio dagli enormi flussi di download dai siti di file-sharing.

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Controlliamo i controllori della rete
Nella lotta al P2P i fornitori di servizi internet discriminano sempre più quello che passa nei loro network. Violando il principio fondamentale delle libertà della rete: la neutralità. La posta in gioco è il futuro del web e dell'economia che gli ruota intorno. Certe volte Skype non funziona, altre non si riesce a condividere i file attraverso i programmi peer-to-peer (P2P). Sono cose che possono capitare: la rete è un'infrastruttura fatta di tubi che quando sono intasati rallentano il traffico. Un classico problema di scarsità di risorse, direbbero gli economisti. Se però Skype non funziona e il P2P neppure ma sul sito della Rai o sui servizi di tv via internet degli operatori principali la connessione non dà problemi, allora c'è qualcosa che non va. Non è più un problema di network ma di gestione. In questo caso, infatti, qualcuno sta facendo il furbo e infrangendo le più elementari regole della rete. Quelle regole con cui è nata l'internet e che recitano più o meno così: ogni bit nasce uguale e ha lo stesso diritto degli altri di essere portato a destinazione. In gergo si chiama «neutralità» ma si può anche leggere « democrazia » . Una democrazia che la rete ha scelto fin dalla sua nascita per funzionare al meglio, e che ha permesso lo sviluppo di tutto quanto di bello, creativo e lucroso è fiorito dentro e intorno al web. Ma che ora è sotto minaccia.
continua >>> l'articolo Di Gabriele De Palma pubblicato su VisionPost
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GESTORI ADSL - ILLEGALE BLOCCARE SISTEMATICAMENTE P2P, SKYPE ED ALTRI PROGRAMMI
[...]Se porre limiti alla banda e' legittimo per gestire problemi di traffico della rete (sempre che non si violi il minimo garantito dal contratto), bloccare specificamente un particolare software/sito e’ illegale. Ad esempio, guardare un programma RaiTv in streaming puo' richiede molta piu' banda di quella necessaria a diverse modalita' d'uso di P2P. Se lo scopo e' davvero quello di limitare la banda per tutti affinche' sempre tutti ne possano usufruire, perche' non limitare anche l'accesso al sito Internet della Rai o a qualsiasi altro sito/programma pesante? In breve, il gestore ha il diritto ed anche il dovere di gestire il traffico, ma lo deve fare secondo criteri di obiettivita', trasparenza, non discriminazione e proporzionalita'.
continua >>> il comunicato stampa di Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc
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Alfonso Fuggetta: la neutralità della rete (quasi) perduta

[...]
Come si risolve il problema?
Deve esserci una separazione tra chi trasporta i dati e chi eroga i servizi.
Favorevole alla scorporo della rete fissa dunque, di cui Agcom e i nuovi vertici Telecom stanno discutendo?
Favorevole.
Scorporo funzionale o societario?
Da una cosa segue l'altra. Lo scorporo funzionale non ha molto significato sul lungo periodo. Solo se la società che gestirà la rete sarà distinta dall'ex monopolista si avrà la possibilità da parte di più soggetti, anche pubblici, di investire nell'infrastruttura, altrimenti le risorse sono quelle limitate di oggi. Se internet non fosse stata neutrale dalla sua nascita, o se non lo fosse più d'ora innanzi, cosa ci saremmo persi? Non avremmo Google, Skype, Facebook, Kazaa e via discorrendo. Ma questa non è una mia opinione: basta prendere la storia del web e andare a cercare quante innovazioni sono state sviluppate dagli operatori telefonici. Twitter, Google e le altre nuove realtà del web non c'entrano nulla con gli operatori. L'innovazione sul web nasce dai ricercatori e dagli utenti qualificati che, sfruttando le capacità di trasporto del network, inventano soluzioni nuove per tutti.
continua >>> l'articolo pubblicato su VisionPost
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IFPI: la UE controlli i pacchetti dati degli utenti

[...] dice IFPI, ci sono "molte semplici e ragionevoli opzioni" a disposizione degli ISP per aiutarli a contribuire alla lotta alla pirateria. Alcune sono persino già utilizzate, come ad esempio il traffic shaping e il deep packet inspection, "per migliorare la fruibilità della banda nelle ore di punta e per combattere lo spam". E quindi? Quindi IFPI ha tre proposte per i legislatori UE.
Sono tutte "economiche ed efficaci", e contribuirebbero non poco alla risoluzione del problema.
Primo, content filtering: tracciare tutto il traffico sulle reti, individuare i file audio, confrontarli con un database di riferimento e bloccare i file pirata.
Secondo, blocco dei protocolli: impedire completamente l'accesso a certi circuiti di sharing, perché ritenuti luogo d'elezione per scambiarsi materiale proibito.
Terzo, impedire la navigazione di certi siti: AllofMP3, The Pirate Bay, sono tutti siti pericolosi, tanto vale proibirli a tutti per salvare le sorti del mercato discografico.

continua >>> l'articolo di Luca Annunziata pubblicato su Punto Informatico
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Bufera sui filtri al P2P

[...]I provider che filtrano le applicazioni P2P, nel gestire la loro offerta di connettività, secondo ADUC non applicano gli attesi criteri di di obiettività, trasparenza, non discriminazione e proporzionalità, violando il Codice delle comunicazioni elettroniche, le condizioni generali di contratto (laddove non si prevedono filtri P2P o di altri programmi) e il principio fondamentale della concorrenzialità: "Un esempio su tutti. Negli Usa, Comcast - il secondo maggior gestore di ADSL - sta limitando l'accesso a programmi P2P, proprio come Tele2 ed altri gestori qui in Italia. Poiché molte TV online usano il protocollo P2P, il comportamento di Comcast - che è anche il più grande gestore di Tv via cavo - colpisce direttamente la concorrenza".Il timore di ADUC è che situazioni analoghe si presentino anche sul mercato italiano: "Con la scusa del troppo traffico, per esempio, Telecom Italia potrebbe rendere difficoltoso agli abbonati Alice ADSL l'utilizzo del protocollo VoIP per telefonare ed effettuare videoconferenze tramite Internet, danneggiando così altri operatori come Skype o Eutelia VoIP".
continua >>> l'articolo di Dario Bonacina pubblicato su Punto Informatico
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Filtri P2P, parte l'inchiesta negli States
[...] Dopo tanto clamore mediatico, minacce, utenti imbufaliti e lettere di avvocati intenzionati a fare terra bruciata attorno a Comcast, il provider che negli USA è accusato di filtrare il P2P, finalmente qualcosa si muove anche nei palazzi del potere federale: l'Organizzazione di Garanzia sulle Telecomunicazioni Federal Communications Commission si prenderà la briga di indagare negli affari della società, alla ricerca di eventuali comportamenti discriminatori nei confronti dei bit scambiati dagli utenti in rete.
continua >>> l'articolo di Alfonso Maruccia pubblicato su Punto Informatico
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AT&T è il primo vero Cybercop
[...]"Stiamo lavorando su una soluzione tecnologica e riteniamo che il modo migliore di affrontare il problema si agire a livello di network". Così James Cicconi, vice presidente senior del reparto affari legali di AT&T, nel corso di un panel di discussione sulla pirateria telematica tenuto a latere del CES di Las Vegas.
AT&T ricorda quello che i lettori di Punto Informatico conoscono benissimo: l'azienda ha stretto un accordo a tutto campo con le major. Lo scopo? Bloccare tutto il bloccabile. Ed ora bisogna fare di più.
continua >>> l'articolo di Alfonso Maruccia pubblicato su Punto Informatico

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