Peter Scharr, Presidente della Commissione che si occupa dei dati personali, ha presentato le sue conclusioni al Parlamento Europeo in merito al rispetto della privacy da parte dei motori di ricerca Statunitensi (Google, Yahoo, Msn).L’argomento è balzato all’ordine del giorno dopo la controversa acquisizione di Doubleclick da parte di Google, che ha scatenato le ire dei difensori della privacy. Nell’analizzare il problema, Peter Scharr ha affermato che anche l’indirizzo Ip è da considerarsi un dato personale e in quanto tale va tutelato senza eccezioni. Quindi, come tale, deve essere trattato e mantenuto con determinate regole.L’indirizzo IP, per chi non lo sapesse è una stringa di numeri che identificano i computer all’ interno di una rete. Questa può essere internet, ma anche una semplice rete privata per ufficio.Come sappiamo il problema privacy durante la navigazione è un tema molto caldo. Le nostre abitudini web infatti vengono tracciate, registrate e mantenute per diverso tempo. Di noi “navigatori” è possibile conoscere quindi, proprio grazie all’indirizzo IP, la posizione geografica, la versione del sistema operativo, il browser utilizzato, i plugin installati, i siti visitati,risoluzione utilizzata e molto altro.....E' del tutto ovvio che qualificare l’indirizzo Ip in questo modo comporterà una serie di conseguenze sulla durata di registrazione dello stesso o più semplicemente sull’autorizzazione del trattamento di questo dato, in particolare da parte dei motori di ricerca.
Thomas Myrup Kristensen - direttore europeo della Internet Policy di Microsoft® , nel ribadire l'impegno per la privacy ha affermato che vi è differenza se i dati sono mantenuti per 13 mesi a fronte di 18 oppure 24 mesi.
fonte Washingtonpost
fonte Wired
cheyenne
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