Attento a dove punti il mouse!
di Davide Mancini *
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La settimana scorsa una nota azienda internazionale esperta in sicurezza ha reso pubblici i risultati di un’analisi condotta sulle potenziali minacce alle quali si può andare incontro navigando su una molteplicità di risorse web catalogate per Top Level Domain.I campioni presi a riferimento sono stati tratti da 265 TLD tra quelli “country code” – “.it”, “.de”, ecc… - e quelli “generic” – “.com”, “.info”, “.biz”, ecc… - per un totale di quasi dieci milioni di siti web, pari a circa il 6% di tutti quelli “registrati” - che secondo una stima aggiornata a maggio scorso ammonterebbero a 168.408.112 – e circa il 14% dei 68 milioni che invece risultano “attivi”. I siti sono stati testati su una ampia gamma di quei comportamenti non voluti o comunque invisibili all’utente: eccessivi pop-up, fake-site – ovvero le esche dei phisher -, download occulto di spyware, virus o key-logger. Sono stati, ove presenti, compilati form di registrazione impiegando per ciascuna risorsa sotto esame una specifica casella di posta elettronica creata ad hoc in modo da poter quantificare eventuale spam e di conseguenza tracciarne al provenienza. Per stilare questa sorta di graduatoria al negativo ampio spazio è stato riservato anche alle segnalazioni degli utenti e dei proprietari dei domini. Le rotte più rischiose seguite dai web-surfer sono quelle che rivolgono la prua della tastiera verso i TLD geografici di Honk Kong – con un 19,15% di siti pericolosi tra quelli con dominio “.hk” esaminati -, della Cina – 11,76% - e verso quello generico “.info” che segue a ruota con l’11,73% .
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