martedì 19 febbraio 2008

OpenCv, un kit libero per la sicurezza biometrica


di Flavio Bernardotti
Le pratiche della computer vision, dall'identificazione di oggetti al riconoscimento delle persone, sono oggi una risorsa a disposizione di chiunque abbia voglia di sperimentare.
L’uomo è un meccanismo che basa le sue funzionalità cerebrali su un sistema analogico, il quale lo spinge in molti casi a comportarsi come un animale illogico. Quando la mancanza di logica cresce eccessivamente in complessità, un sistema di trasformazioni cerebrali riduce il sistema fino a renderlo comprensibile e interfacciabile con un sistema informatico. I sistemi algoritmici ne sono un esempio: funzioni definite complesse vengono analizzate e scomposte in sottoproblemi, i quali possedendo un grado di difficoltà minore rispetto al problema fondamentale, possono essere descritti medianti successioni di istruzioni semplici.
L’illogicità umana crea tuttavia dei controsensi. Ciò che l’uomo fa con maggiore difficoltà è quello che riesce a scomporre e a rendere logico con maggiore facilità. Quello che invece fa in modo immediato e con più semplicità è quanto riesce con più fatica a rendere logico. Un esempio? Se dovessimo calcolare la rotta che deve fare una navicella spaziale per entrare in un orbita intorno alla Luna metteremmo insieme le leggi legate alla gravità, quelle legate alle forze di propulsione e altre conoscenze fisiche, e in questo modo potremmo creare un programma per computer che simuli il problema.
Prendiamo invece una funzione che svolgiamo centinaia di volte al giorno come quella di riconoscere il volto di una persona: ogni volta che usciamo di casa incontriamo molte persone e a colpo d’occhio sappiamo dire se si tratta di conoscenti o sconosciuti. Il volto di una persona potrebbe essere stato visto molto tempo prima, con caratteristiche fisiche differenti da quelle attuali (barba, fisionomia eccetera). Tuttavia siamo in grado di dire se abbiamo già visto una determinata persona oppure no. Il nostro
cervello riceve dalla retina e attraverso fasci nervosi alcuni impulsi sulla corteccia cerebrale e grazie a questi riesce a fare il riconoscimento.
Ma perché questa serie di esempi? L’informatica ha raggiunto un elevato livello di sviluppo proprio mentre nel mondo reale si moltiplicano i problemi che l’informatica stessa potrebbe aiutare a risolvere.
Prendiamo come esempio la sicurezza. La città di Londra, a seguito degli attentati alla metropolitana, ha creato la più grossa rete di telecamere addette alla videosorveglianza esistente al mondo. Il circuito vanta 9.000 telecamere piazzate su tutto il territorio cittadino, posizionate in modo tale che una singola persona potrebbe essere seguita per tutta la città. Il problema è che il controllo delle persone tramite operatore è troppo complicato ed è comunque esposto agli errori dovuti alla disattenzione umana.
La creazione di programmi intelligenti, in grado di svolgere le funzioni svolte dalle persone, sarebbe la soluzione al problema. La soluzione algoritmica è complessa, dal momento che riproduce funzionalità che il nostro cervello svolge in modo analogico. Stiamo parlando di riconoscimento delle persone, di identificazione dei pacchi abbandonati, dell’interpretazione di azioni fino a giungere all’identificazione degli stati emotivi di un
individuo. La neurologia ha lavorato in questi anni a passo con la computer vision e ha creato regole per la valutazione, ad esempio, della fisionomica facciale.
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Di seguito, altri articoli di Flavio Bernardotti da cui si evince l'importanza della Biometria. Le sue applicazioni sono ampie e sono divenute di uso comune: ad esempio in America è utilizzato in alcuni distributori di macchinette di sigarette per valutare l'età della persona.L'applicazione per finalità di legge è solo una piccola parte della Biometria.....
[rif. articolo "Tempest, il tuo pc a nudo"]
cheyenne

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