La differenza tra un'e-mail indesiderata e il marketing? Nessuna. Parola di «Donald», uno degli «inquinatori» più ricercati della rete. Guadagna fino a 30 mila euro al mese e si considera solo un uomo d'affari: «offro alla gente quello che vuole».
n.b.
«Donald» è solo un nickname, scelto per ovvi motivi di sicurezza. Il suo vero nome, invece, compare nelle liste degli spammer più attivi sul fronte del phishing (lo «spillaggio» di dati sensibili) e delle botnets (le reti di computer «zombie», controllati da remoto per inviare grandi quantità di mail).
Come sei arrivato a fare lo spammer?
Ho sempre lavorato nell'informatica come amministratore di rete. Ma non mi è mai piaciuta l'idea di rendere qualcun'altro ricco con il mio lavoro. Volevo diventare il boss di me stesso. Qualche anno fa sono venuto a sapere di tutti i soldi che i cosiddetti spammer riescono a fare, e ho pensato: perché non provarci? Ho imparato molto da chi già stava nel business, ma i migliori consigli mi sono arrivati dai primi partner a cui ho offerto i miei servizi.
Quante ore lavori al giorno?
Circa sei. So che possono sembrare poche, ma va considerato che non ho mai un giorno libero. I miei fornitori contano sulla mia disponibilità 24 ore al giorno, 7 giorni su 7: devo esserci sempre.
Operi da solo o in gruppo?
Diciamo che ho un giro di persone su cui posso contare per determinate questioni.
Quanto riesci a guadagnare?
Posso arrivare fino a 30.000 dollari in un mese. Ma ci sono anche mesi in cui incasso molto meno, 4-5 mila. Dipende da quanto sono impegnato.
Come ti contattano i fornitori? E che tipi di accordi commerciali fate?
Lavoro in questo settore da un bel po' e ho costruito una buona base di clienti: la maggior parte mi conosce già. La performance può essere misurata in diversi modi. Quando spedisco le mail per «programmi affiliati», i link contengono tag con l'indicazione della provenienza. Ma ci sono anche accordi di tipo forfettario, basati su quantitativi predeterminati di e-mail.
Quali sono le tecniche di spam che rendono di più?
La e-mail di massa non è semplice. C'è da competere con un sacco di altri spammer, quindi devi essere originale per spiccare. Lo spam per immagini è sicuramente più efficace del testo: entra nel messaggio di posta e si fa notare.
E quali i contenuti che tirano di più?
Il porno va alla grande, ma ormai ce n'è così tanto gratis in rete, che è difficile trovare clienti (a parte per materiali «di nicchia»). E comunque il miglior ritorno lo si ottiene da prodotti che non si trovano facilmente in giro. Cose di cui non hai mai sentito parlare, fino a quando non ricevi una delle mie e-mail.
Cosa pensi delle leggi per fronteggiare il fenomeno? E delle iniziative nate dal basso?
Tutto inutile, tanto la gente vuole comunque la nostra roba. Altrimenti non starei in questo business. In giro ci sono molti pseudo-benefattori che vogliono solo controllare cosa arriva nelle cartelle di posta della gente, ma non agiscono nell'interesse dei consumatori.
Che effetto ti fa stare nella lista degli spammer più pericolosi?
Beh, preferisco non parlarne: in tanti pensano di conoscermi, ma non è così. L'unico risultato è che vengo spesso contattato da un tale che cerca di infettare i miei computer con messaggi pericolosi.
Intervistato da ComputerWorld, un ex spammer ha dichiarato: «Lo spam non è rubare, anche se mi è chiaro il suo lato sporco. In realtà siamo aiutati anche dagli utenti». Cosa ne pensi?
Il motivo per cui riesco a vivere con lo spam è molto semplice: la gente compra ciò che i miei clienti vogliono vendere. Sto solo dando alla gente ciò che vuole e, allo stesso tempo, facendo un sacco di soldi per me. Però mi ha fatto molto riflettere una cosa che mi ha detto un mio amico spammer: «Lo spam è come l'eroina. All'inizio ti piace molto e vorresti farlo per sempre, ma credimi, non fa bene».
Trovi ci sia una differenza tra lo spam e il marketing?
Sono la stessa cosa.
(Articolo di Nicola Bruno pubblicato giovedì 7 febbraio
sull'inserto Chip&Salsa del Manifesto)
sull'inserto Chip&Salsa del Manifesto)
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[rif. articolo "Spam: il cuore del Cybercrime"]
[rif. articolo "Spam: il cuore del Cybercrime - seconda parte"]
[rif. articolo "Spam: il cuore del Cybercrime - terza parte"]
cheyenne
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