Spesso in coda alle classifiche occidentali per uso di Internet e pc, ora l'Italia scopre di avere un primato notevole, anche se poco invidiabile: la nostra lingua è quella più usata, ovviamente dopo l'inglese, per le truffe online. Il dato emerge dagli studi delle aziende di sicurezza informatica che tengono sotto controllo le frodi informatiche messe in atto tramite email. Note come phishing, queste truffe sono considerate tra le minacce più rilevanti per quanto riguarda la sicurezza delle transazioni elettroniche. Il meccanismo è abbastanza semplice, ma molto insidioso: i criminali informatici inviano milioni di messaggi di posta elettronica, camuffandoli in modo da farli apparire come provenienti da istituti di credito o da siti di commercio elettronico. In Italia, il principale specchietto per le allodole usato dai truffatori è il marchio Poste Italiane, ma crescono anche i messaggi apparentemente inviati da siti statunitensi, come eBay o PayPal, gli ultimi entrati nel mirino dei truffatori. La tipica email di phishing chiede all'utente di accedere al proprio account, cliccando su un link contenuto nell'email stessa. Il link in realtà non porta al sito della banca, ma a una pagina del tutto simile nella quale la vittima inserisce, in buona fede, il proprio nome e la password. In questo modo comunica inconsapevolmente i suoi dati personali ai truffatori, che possono usarli a piacimento per svuotargli il conto.
[rif. articolo "Spam: il cuore del Cybercrime - seconda parte"]
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cheyenne
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