venerdì 11 aprile 2008

Servizio antibufala: l'astensione verbalizzata alle votazioni è una bufala !

Ancora una volta Tecnopolis-hi si deve occupare di una bufala di proporzioni gigantesche e che usa - come tutte le bufale - l'antico sistema della "chain letter" anche denominata "catena di sant'antonio" E' da cestinare immediatamente non solo per il merito di cui scriverò in seguito, ma anche per il metodo, altamente sconsigliato per la sicurezza informatica.
Riporto le due parti fondamentali dell’appello-bufala:
"Quando si va al seggio e dopo che le schede sono vidimate si dichiara che ci si rifiuta di votare e si vuole che sia messo a verbale. Le schede di rifiuto sono CONTATE e sono VALIDE, contrariamente alle schede nulle o bianche o all’astensione dal voto.[...]
Altresì le schede bianche e nulle, fanno sì percentuale votante, ma sono ripartite, dopo la verifica in sede di collegio di garanzia che ne attesti le caratteristiche di bianche o nulle, in un unico cumulo da ripartire nel
cosiddetto premio di maggioranza… [...]".
Nel merito: verbalizzazione del rifiuto - a parte i miei serissimi dubbi su una simile pratica (se uno si astiene, si astiene, punto!); - a parte il fatto che al massimo esso verrà conteggiato nel mucchio degli astenuti e quindi la sua presunta grande manifestazione di dissenso non emergerà mai; a parte il fatto che non ne vedo davvero nessuna utilità se non quella di aver perso e fatto perdere tempo, - a parte tutto ciò, dicevo, i fautori della verbalizzazione si appellano al Dpr 30 del 1957,art. 104. Cosa strana, perchè essa parla di contestazioni e reclami rispetto ai fatti elettorali, non di dichiarazioni di voto o non voto di elettori ed astenuti di passaggio! I reclami di cui si parla nella legge elettorale possono riguardare solo ed esclusivamente il corretto svolgimento delle operazioni elettorali (timbratura delle schede, accertamento della identità degli elettori, spoglio dei voti ecc) e non certo la messa in discussione della legge elettorale stessa. La legge di riferimento è del 1957. Nel 1957, secondo la lettera della Costituzione (art. 48: l'esercizio del voto è un dovere civico), chi si asteneva veniva iscritto in un apposito casellario, ove la sua astensione risultava come nota negativa e poteva costituire preclusione a concorsi ed incarichi pubblici.
Ergo.... mai e poi mai una legge del 1957 poteva legittimare la verbalizzazione dell'astensione.
E' utile ribadire il concetto che "rifiutare la scheda nel seggio, è assolutamente inutile". Le schede bianche e nulle non vanno alla maggioranza. I seggi vengono assegnati secondo i voti validi e quindi chi non vota o annulla la scheda esprime già il suo dissenso.
State attenti a non disturbare troppo il lavoro di tutti i componenti del seggio. Siate gentili e rispettosi. Non create disordine, potrebbero succedervi cose spiacevoli: ci sono sanzioni penali per chi disturba le operazioni di voto (p.107).
Per una corretta informazione, invito a leggere il sito
istituzionale della
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Mi corre l'obbligo, ancora una volta, di riportare ciò che ho scritto - a più riprese - su questo blog, sulla definizione di "chain letter" o " catene di sant'antonio":


Chain Letter altresì chiamata "catena di sant'antonio" è una lettera inviata a un certo numero persone con la richiesta che ciascun destinatario la invii a sua volta a un uguale numero di persone. La comunità di Internet è costantemente bombardata da queste catene di sant'antonio che arrivano con la posta elettronica. Questi messaggi narrano ogni sorta di notizie lacrimose, allarmanti, in merito a presunte malattie di personaggi non meglio identificati. Ogni destinatario del messaggio è invitato a inviarne una copia ai propri amici e conoscenti. Purtroppo, ci sono molte varianti "su questo tema". Al giorno d'oggi Internet consente di inviare un messaggio a centinaia di persone con un semplice clic del mouse e a un costo apparentemente irrilevante. In realtà il costo di queste operazioni non è per nulla irrilevante. Lo dimostra un semplice calcolo. Immaginiamo che una di queste "anime buone" invii il messaggio a sole dieci persone, anche se in realtà molti lo spediscono a tutti gli indirizzi della propria rubrica. Immaginiamo che ciascuno dei destinatari spedisca il messaggio ad altre dieci, venti persone, e così via. Dopo nove soli passaggi la Rete è sommersa da un miliardo di messaggi, con il risultato di bloccare i server. Se si provasse poi a calcolare il tempo necessario per leggere e cestinare questa massa di messaggi apparentemente innocenti e innocui, si vedrebbe che la spesa per le società e per i singoli non è per nulla irrilevante. I messaggi delle chain letter in genere non recano alcuna indicazione della persona che ha inviato il messaggio per prima e quindi è impossibile controllarne l'autenticità. Se ricevete una chain letter con la posta elettronica, la soluzione più saggia consiste nel cestinarla. Evitate di inviare il messaggio ad amici e parenti perché otterreste il risultato di intasare i server.Inoltre, non è assolutamente simpatico (eufemismo ..sic!) vedere il proprio indirizzo di posta elettronica, in chiaro, spedito ad altre persone :-(

cheyenne

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