Gestita automaticamente grazie alle tecnologie più svariate, dalle analogiche ai cavi fibrolaser, ai servizi Gsm/Umts per la telefonia. Si tratta della metropolitana di Torino che, nata nel 2006, fa a meno di autisti e personale di servizio. Tutto viene gestito nelle centrali di controllo all’insegna della massima sicurezza, come hanno spiegato, durante la Sib di Rimini, gli esperti che ne hanno curato gli impianti.
E’ la prima metropolitana automatica d’Italia e collega Torino, da ovest ad est, con Collegno consentendo a chi arriva dalle valli montane e dalla tangenziale ovest, di raggiungere il centro del capoluogo piemontese in 10 minuti. Ma il sistema non si ferma qui visto che è in costruzione il tratto che collegherà Porta Nuova al Lingotto. Grande protagonista la tecnologia, come hanno confermato due relatori che durante la Sib di Rimini, grazie ai seminari organizzati dalla rivista Connessioni con la Fiera, hanno illustrato la loro esperienza. Il sistema della metropolitana di Torino si chiama Val, ideato dalla Matra – Siemens. I suoi trenini, completamente automatici - cioè senza autisti e personale di servizio - viaggiano su piste di rotolamento di ferro e la sua caratteristica è l’alta frequenza dei convogli rispetto alla loro capienza: più passaggi di treni ma più piccoli.
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mercoledì 16 aprile 2008
La metropolitana di Torino ....tutta hi-tech!
di Margherita Rosciano
cheyenne
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mercoledì 20 febbraio 2008
METTIAMO AL SICURO I BAMBINI !!
Telefono Arcobaleno, associazione da dodici anni in prima linea contro ogni abuso sull’infanzia, sottolinea che la vera emergenza è la permanenza degli imputati per pedofilia nelle scuole, nelle parrocchie e nei luoghi frequentati dai bambini.
"Mettiamo i bambini al sicuro" Esorta Giovanni Arena, Presidente di Telefono Arcobaleno. "Prima ancora di chiederci se gli imputati di reati di pedofilia debbano attendere il giudizio definitivo a piede libero o in carcere, dobbiamo impedire che a questi soggetti siano affidati i bambini."
È noto infatti che il pedofilo – soggetto socialmente pericoloso e recidivo - sceglie spesso di svolgere attività che lo portino a vivere a stretto contatto con i bambini.
“Siamo presenti come parte civile in molti processi per pedofilia” ricorda Arena “taluni a carico di insegnanti che, in attesa del giudizio definitivo, hanno continuato e continuano a lavorare nelle scuole pubbliche pagati dallo Stato."
"Mettiamo i bambini al sicuro" Esorta Giovanni Arena, Presidente di Telefono Arcobaleno. "Prima ancora di chiederci se gli imputati di reati di pedofilia debbano attendere il giudizio definitivo a piede libero o in carcere, dobbiamo impedire che a questi soggetti siano affidati i bambini."
È noto infatti che il pedofilo – soggetto socialmente pericoloso e recidivo - sceglie spesso di svolgere attività che lo portino a vivere a stretto contatto con i bambini.
“Siamo presenti come parte civile in molti processi per pedofilia” ricorda Arena “taluni a carico di insegnanti che, in attesa del giudizio definitivo, hanno continuato e continuano a lavorare nelle scuole pubbliche pagati dallo Stato."
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PEDOBUSINESS
Polizia al lavoro per combattere la pedopornografia, ma stavolta la sfida è davanti al pc perché il nemico agisce online.
Polizia al lavoro per combattere la pedopornografia, ma stavolta la sfida è davanti al pc perché il nemico agisce online.
A Roma è nato il Centro nazionale per il contrasto a questo tipo di crimini.
I poliziotti sono esperti della navigazione in Internet e conoscono le insidie della rete utilizzata per attirare i minori in traffici ignobili che procurano anche enormi guadagni. Un traffico che purtroppo cresce ogni giorno e che permette di scaricare migliaia di immagini e filmati, ma anche di passare dal virtuale ai fatti quando, ad esempio in chat, le cosiddette amicizie si fanno più strette e si preparano incontri che di innocente non hanno più nulla.
Il centro, nato a Roma presso il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni del dipartimento della Pubblica Sicurezza, raccoglie le segnalazioni dei siti contenenti materiale pedopornografico in cui si imbattono cittadini, associazioni di volontariato, enti pubblici e Forze di Polizia, anche estere. Segnalazioni che vengono verificate e immesse in una black list a sua volta trasmessa agli Internet service provider italiani perché oscurino i siti incriminati, applicando il filtraggio previsto dalla legge.
I poliziotti sono esperti della navigazione in Internet e conoscono le insidie della rete utilizzata per attirare i minori in traffici ignobili che procurano anche enormi guadagni. Un traffico che purtroppo cresce ogni giorno e che permette di scaricare migliaia di immagini e filmati, ma anche di passare dal virtuale ai fatti quando, ad esempio in chat, le cosiddette amicizie si fanno più strette e si preparano incontri che di innocente non hanno più nulla.
Il centro, nato a Roma presso il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni del dipartimento della Pubblica Sicurezza, raccoglie le segnalazioni dei siti contenenti materiale pedopornografico in cui si imbattono cittadini, associazioni di volontariato, enti pubblici e Forze di Polizia, anche estere. Segnalazioni che vengono verificate e immesse in una black list a sua volta trasmessa agli Internet service provider italiani perché oscurino i siti incriminati, applicando il filtraggio previsto dalla legge.
http://www.commissariatodips.it/
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cheyenne
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